Dicono di noi

In questa pagina abbiamo raccolto una selezione di articoli giornalistici che parlano di noi, dell’avventura di Daniela Zaccuri e della sua visione, dai primi passi come piccola gastronomia vegana e biologica al ristorante di oggi. Sono rappresentate dalla grande testata nazionale alla rivista specializzata, alla testata straniera. Fin dall’inizio giornalisti affermati hanno intuito la nuova visione del mondo della quale il nostro locale era laboratorio e sono venuti a curiosare, raccontando poi ai loro lettori un pezzo della nostra storia. Altri semplicemente vengono a ristorarsi da noi e ci hanno ritenuti meritevoli di menzione. Attraverso questi articoli potete leggere il percorso del nostro locale, che è indissolubilmente legato a quello del movimento vegano e della cucina naturale torinese, dei quali è motore e nell’ambito dei quali ha contribuito a creare una nuova tradizione gastronomica, tutta sabauda ma capace di influenzare ed ispirare ben oltre i propri confini.

10 marzo 2018
Corriere della Sera
Corriere della Sera
Torino capitale veg
Dove provare in città la cucina salutista da «La Mezzaluna» al «Chiodi Latini»

Torino è il posto dove tante tendenze nascono prima di prendere il volo. Non è un caso quindi che sia considerata una città tra le più «veg» d’Europa. L’opzione consapevole di un’alimentazione basata su prodotti di matrice vegetale trova nella terra del vitello tonnato un terreno fertile e gioioso. Etica, salute, leggerezza, libertà, rispetto sono alcune delle motivazioni che spingono a fare questa scelta alimentare ed esistenziale. Ci racconta Oliviero Alotto, fiduciario Slow Food a Torino e filo vegano che: «Torino è innegabilmente una delle capitali del gusto e quindi c’è una grande attenzione sia in termini di sapore che di salute. È sempre stata una città un passo avanti alle altre per il suo approccio al cibo. Torino è la cucina di Milano. Inoltre, avere un orientamento veg significa anche preservare il territorio e l’ambiente. È significativo notare che le proposte veg non si trovino solo nei luoghi preposti ma siano nei menù di quasi tutti i ristoranti migliori della città». I posti dove mangiare veg non si contano. La prima è stata la Mezzaluna di Piazza Emanuele Filiberto che, dal 1994, presidia dal suo angolino di Porta Palazzo, la migliore civiltà vegana in città. (…)
A. Ang.
 
01 maggio 2016
Vegan Italy
Vegan Italy
Viaggio a Torino
Ristoranti e locali centro storico

Vie squadrate e imponenti palazzi secenteschi, chiese barocche e cortili nascosti, portici e vecchie insegne rendono il centro di Torino allo stesso tempo intimo e grandioso. Nel Quadrilatero, l’antico cuore medievale della città, è imprescindibile fermarsi da Mezzaluna (Piazza Emanuele Filiberto, 8D) il locale vegan per antonomasia di Torino, aperto da oltre vent’anni, il primo a offrire in città una cucina 100% vegetale. Il locale è nato dall’esperienza dei due titolari, Daniela e Claudio, presso il Circolo Vegetariano di Calcata, in provincia di Viterbo, dove d’estate gli ospiti potevano cucinare con prodotti naturali ed erbe selvatiche e dove si organizzavano grigliate all’aperto con tofu e seitan. Quest’esperienza l’hanno portata con sé nel loro piccolo locale, nato come gastronomia da asporto e ingranditosi fino a diventare un accogliente ristorante con piatti e accostamenti ricercati. (…)
 
15 novembre 2011
Torinosette, supplemento a La Stampa
Torinosette, supplemento a La Stampa
A pizzona dream
Bio Bar Mezzaluna, piazza Emanuele Filiberto 8/D

Il «Mezzaluna» alberga al numero 8/D di piazza Emanuele Filiberto (tel. 011/43.67.622, giorno di chiusura la domenica), e non è una pizzeria, bensì un «bio bar vegetariano» nel quale trovare alimenti biologici, macrobiotici e dietetici, nonché pane, dolci e gastronomia oltre a frutta e verdura sempre biologiche e prodotti di cosmesi naturale. Ma insieme a tutto questo, naturalmente, al «Mezzaluna» si può anche mangiare la pizza: perché mai citarlo in questo spazio, altrimenti? Ora, qui la pizza sembra uguale a quella «da asporto» in vendita in tante panetterie; ma a differenza di quella si può mangiare in loco (il «Mezzaluna» dispone di pochi ma simpatici tavolini), e soprattutto è biologica pure lei. Soffice e alquanto sottile, non è quel che si dice un capolavoro, ma si fa mangiare. Qui però è in vendita anche quella prodotta con ingredienti particolari, per chi è allergico al glutine. Rispetto alla pizza vera è un po’ come le bistecche di soia paragonate alla carne.
Eppetondo
 
04 aprile 2007
La Repubblica
La Repubblica
Una Pasqua vegetariana: tanto gusto, zero crudeltà
Niente agnello né altre carni nelle ricette della chef vegana Daniela: in tavola seitan, tofu, verdure cioccolata Ma non si dimentichi la tradizionalissima Torta Pasqualina, un cuore verde in 33 strati sfoglia.

Pasqua con chi vuoi, ma senza l’agnello: ovvero come preparare un ottimo pranzo pasquale ricco di gusto, ma privo di crudeltà, risparmiando la vita ad un essere vivente. Ecco i consigli e le proposte di Daniela, chef vegan torinese: “A volte è solo un limite mentale che ci fa credere di non poter preparare i piatti tradizionali senza utilizzare alimenti di origine animale — spiega dalla cucina della ormai storica gastronomia vegana (Che è anche “take-away” e bio-bar) “Mezzaluna” — in realtà, quasi ogni ingrediente può essere sostituito in modo più che soddisfacente da alimenti vegani, non derivati dalla sofferenza o dallo sfruttamento degli esseri viventi”.

Che cosa propone per la tavola di Pasqua? “Come primo suggerisco un gustoso piatto di lasagne al ragù bianco dove il seitan prende il posto della carne tritata e la besciamella è preparata con il latte di soia. Per secondo, nel rispetto della tradizione, propongo un arrosto con patate, realizzato però con il versatile seitan a fare le veci della carne di agnello oppure un flan di tofu affumicato e carote, che a molti ricorda il sapore del salmone”. Prima gli antipasti, però, con due ricette inventate da Daniela e diventate ormai quasi “leggendarie” in città: l’insalata russa vegana, preparata con maionese di soia. E la cosiddetta “finta frittata” senza uova e con farina di ceci. Per dessert, le uova di cioccolato (che mettono d’accordo vegani e vegetariani) o le colombine vegane preparate senza latte e uova dalla Mezzaluna. Il tutto può essere cucinato acquistando le materie prime in negozio e seguendo le indicazioni di Daniela, sempre disponibile a offrire ricette e consigli ai clienti, oppure ordinato con due giorni di anticipo. Per chi volesse impossessarsi dei segreti dello chef, la Mezzaluna organizza per il prossimo 22 aprile uno stage “full immersion” di cucina vegana: otto ore per imparare a cucinare tredici ricette, di cui nove salate e quattro dolci, al costo di 80 euro comprensivi di dispense, pranzo e merenda (La Mezzaluna è aperta fino a sabato dalle 9 alle 19.30 con orario continuato in piazza Emanuele Filiberto 8/9; per info 011/4367662 e mezzalunabio.it).

Vegetariana per tradizione, infine, la ricetta della torta Pasqualina, piatto simbolo della cucina ligure la cui ricetta dettagliata si trova all’indirizzo vegetariani.it/vegetariani/articles/220.html. Ottima consumata calda o fredda (e dunque adatta alle gite “fuori porta” di Pasquetta), prevede un impasto di erbe bietole, ricotta e uova, racchiuso in sottilissime sfoglie di pasta; trentatré, per la precisione, come gli anni di Cristo.
Gabriella Crema
 
01 maggio 2004
Vie del Gusto
Vie del Gusto
A Torino: Mezzaluna con dehors
Si allarga il network di ristoranti vegetariani creato dall’Avi (Associazione vegetariani italiani). L’ultimo ad aderirvi è il torinese Mezzaluna che la proprietaria, Daniela, ha aperto dieci anni fa come negozio di gastronomia vegetariana d’asporto. II locale, piccolo e senza concessioni alle mode, è difficile da etichettare: un po’ take-away, un po’ ristorantino (pochi tavoli, più il dehors sulla piazza), un po’ bio-bar che utilizza i prodotti del commercio equo e solidale. I piatti forti di Daniela, apprezzati anche dagli “onnivori”, sono l’insalata russa senza uova (fatta con la soia), la frittata finta (con farina di ceci) e le splendide torte, senza latte né Uova. Tutte le materie prime sono biologiche e di qualità. II resto (grande fantasia e abilità ai fornelli) ce lo mette Daniela.

Mezzaluna, piazza E. Filiberto 8/d, Torino,
tel. 0114367622, mezzalunabio.it
orari: 9-19.30, chiuso domenica. Prezzo medio 8 €.
 
18 settembre 2003
La Repubblica
La Repubblica
La Città verde dei vegetariani. Cibi e sapori senza crudeltà
Da domani il Valentino ospita il VegFestival per celebrare cultura e alimenti biologici.
(…) specialità da asporto, cucina biologica-vegana dalle 9 alle 19.30 alla Mezzaluna, bio-bar in piazza Emanuele Filiberto 8/9 (011/4367662) dove si pranza tutti i giorni con manicaretti vegani e biologici.
Per quanto riguarda la spesa, oltre all’offerta ormai molto ampia di alimenti vegetariani sulla grande distribuzione, esistono alcuni negozi e gastronomie specializzati, veri e propri paradisi dei cultori dell’alimentazione biologico-vegetariana. La già citata Mezzaluna offre un’ampia scelta di alimenti macrobiotici, prodotti di gastronomia vegana, cotolette e spezzatini di soia, pane e dolci biologici; (…)
 
01 luglio 2001
La Repubblica
La Repubblica
Gusti
Un pranzo naturale e gustoso

Prodotti naturali, biologici e vegetariani alla Mezzaluna, il cui dehors riposa nella centrale piazza Emanuele Filiberto. Funziona così. Si entra nel negozio, dove oltre agli scaffali di prodotti naturali e biologici, ci sono anche un banco frigo e una lavagnetta per la somministrazione ai tavoli. Poi si sceglie e si mangia fuori: la scelta è varia ed ortodossa: non troverete carne o prodotti non biologici ma avrete, comunque, di che sfamarvi; anche con un certo gusto. Noi abbiamo provato il seitan alla ligure, senza dubbio la portata migliore del pranzo. È vero che il seitan, pensiamo per sua intrinseca natura, non ha un gusto caratteristico e intenso e funziona un po’ come una spugna gustosa per il condimento, è vero anche che, se non avete scrupoli vegetariani, un branzino è un’altra cosa, ma l’insieme, con fagiolini, patate, pomodorini e olive taggiasche, ci è parso assolutamente gradevole. Da provare anche i panzerotti alle alghe, gli involtini in gelatina con sottili fette di seitan al posto del prosciutto, i gradevoli sformatini di tofu e un fresco e speziato tabulè di quinoa, che, approssimativamente, descriveremo come una insalata di cereali con condimento estivo dal sapore magrebino. Per tutto ciò, con una bottiglia di acqua si spende una cifra che supera di poco le 10.000 lire. Mezzaluna, p.zza Emanuele Filiberto n. 8/D, tel. 0114367622
Cavallito & Lamacchia
 
05 luglio 1998
Tuttolibri, supplemento a La Stampa
Tuttolibri, supplemento a La Stampa
In cucina mi sento un Don Chisciotte
In verità, mi sono costantemente occupato di alimentazione e molto poco, o niente, di cucina. Le due cose si incontrano come fantasmi di madre e figlia che non si parlano salutandosi appena.
L’alimentazione è preistorica e metastorica, preumana, perfino metafisica e mistica; la cucina è storica, inclusa in categorie spazio-temporali, e tanto concreta da poter suggerire immagini al mito, alla poesia e alla pittura (il bodegén ispanico prodigio velazquino, interni olandesi e fiamminghi, Zola, Marziale, Petronio, banchetto di Tieste).
Ma, nella cucina, il Filosofo di Rembrandt dorme. Dirò meglio: in lui la cucina è in coma protratto, come il cane dei Sette Dormienti. Se lo interroghi sull’alimentazione, risponde volentieri. In fatto di cucina è debolmente informato, appena conosce qualche utensile, si prepara la cena distrattamente, la sua risposta sarà piuttosto vaga.
Per risalire all’archetipo dell’alimentazione, rivelandone ciò che meglio corrisponde all’idea, io sono l’oracolo di Ammone (temporaneamente muto, per restauri), ma di ricette di cucina sono più sprovvisto di Don Chisciotte.

P.S.: A Torino, le migliori preparazioni di cucina naturale si possono trovare da Daniela, al negozio Mezzaluna, in piazza Emanuele Filiberto.
Guido Ceronetti
 
11 dicembre 2016
The Guardian online
The Guardian online
Turin, Italy’s first “vegetarian city”
(…) Vegetarian visitors wandering the streets of the northern Italian city won’t take long to stumble across one of the growing number of new vegetarian delis and cafés. Despite the reputation of the Piedmont region for hearty Alpine fare (one of the most famous local dishes is bollito misto, a stew made from boiled veal, beef and chicken) the choice on offer is impressive.

“Turin has always been at the forefront of things,” says Claudio Viano, who opened the city’s first vegetarian restaurant, Mezzaluna, with his partner Daniela 20 years ago.

“Turin and maybe Milan are now the best places in Italy to visit for vegan food,” he says, praising the Slow Food Movement which was set up in the nearby town of Bra. (…)
Katie Forster
 
01 settembre 2013
AAM Terra Nuova
AAM Terra Nuova
Speciale ristorazione vegan
Vegani tra Yin e Yang

«Quello che proponiamo vuole competere a livello di gusto con la proposta dei locali tradizionali che cucinano carne e pesce» ci dice Claudio Viano del ristorante Mezzaluna Bio, che ha sede a Torino in piazza Emanuele Filiberto. All’inizio, nel 1994, la Mezzaluna era solo un negozio di prodotti biologici con gastronomia da asporto, orientato alla cucina naturale macrobiotica. Da circa un anno invece è diventato un ristorante a tutti gli effetti, con annesso servizio biobar, dove si servono ottimi cappuccini al latte di soia, talmente simili nel sapore a quelli classici fatti con latte animale che è difficile distinguerli per chiunque.
Il percorso che ha portato Claudio e la moglie Daniela alla ristorazione vegan parte da lontano. Claudio ci scherza su: «Siamo diventati vegan come effetto collaterale» dice. «A differenza di quello che fanno oggi molti giovani, siamo arrivati al veganesimo come percorso basato su principi etici, ma anche e soprattutto per motivi salutistici. È stata la conseguenza di un cammino che prima di tutto è passato dall’alimentazione naturale negli anni ’90. Dopo un percorso vegetariano ci siamo posti la questione dei latticini, rendendoci conto di quanto sia efferata la sottrazione del latte al vitello. Ci ispiriamo alla cucina tradizionale di tutto il mondo per le idee e i sapori, e alla macrobiotica per rendere la cucina vegana anche completa e bilanciata. Ma non facciamo macrobiotica curativa: Mezzaluna rimane un luogo di intrattenimento e sfizio, dove la soddisfazione del palato ha la massima importanza».
Dal punto di vista teorico, però, la macrobiotica ammette il pesce! «Questo è vero, ma noi non lo cuciniamo» dice Claudio. «E in più allarghiamo lo spettro anche alle solanacee, cucinate sempre nel rispetto dei principi di Yin e Yang. La nostra gastronomia è completamente vegetale e biologica, preparata con equilibrio e attenzione al gusto. In questo è anche importante scegliere le materie prime locali e di qualità. La certificazione bio è un prerequisito minimo, perché preferiamo conoscere personalmente i nostri fornitori». La testimonianza di Claudio dimostra che un ristorante vegan, oltre a rappresentare un’alternativa alla ristorazione onnivora, si fa spesso portatore di una lunga serie di valori aggiunti.
Al di là dell’orgoglio vegano, che da qualche anno rivendica il suo spazio e la sua visibilità attraverso loghi, certificazioni, ma anche attraverso manifestazioni specifiche come il VeggiePride, il VegFestival o il Veganfest, c’è chi da anni ha scelto un’alimentazione totalmente priva di proteine animali, senza identificarsi in tutto e per tutto nella cultura vegan. E c’è chi ha tutte le carte in regola per convincere i possibili avventori, di qualsiasi cultura alimentare ed estrazione, a sposare questo stile di vita.
 
07 novembre 2010
La Stampa
La Stampa
Sulla strada
Polpette bio al seitan

Tra i take-away di genere bio nati in città il primo è stato probabilmente il Mezzaluna che ha aperto i battenti sedici anni orsono nell’ormai lontano 1994. L’ambiente, reso familiare dalla cucina a vista dietro il bancone dove sono esposti i piatti e le pietanze e i dolci del giorno, profuma di campagna ed è caratterizzato dalla compresenza del settore preposto alla vendita di alimenti biologici e macrobiotici, dal pane alla pasta ai biscotti alla frutta e alle verdure fresche senza dimenticare la cosmesi naturale o l’igiene della casa. L’angolo accanto alla vetrina ospita un paio di tavolini che permettono alla clientela che non teme l’intimità, derivante dal numero non esorbitante di centimetri quadrati a disposizione, di mangiare sul posto i prodotti di gastronomia e pasticceria sfornati in base ai principi della cucina naturale, non di rado etnica e in ogni caso vegetariana. Ma la formula take-away consente di risparmiare il 10% del servizio ai tavoli sul prezzo delle porzioni, calcolato sempre a peso a seconda della quantità. Tra i classici del Mezzaluna, il riso integrale con porri e zucca, preparato con riso lungo della qualità Ribe e con zucca Hokkaido e assai saporito grazie all’aggiunta di sale marino integrale, olio extravergine di oliva, rosmarino e tamari. Chi ama i piatti a base di seitan, trova qui delle notevoli scaloppine all’arancia e delle gustose polpette di seitan e miglio. Ma l’insalata russa senza uova ha delle cose da dire anche a chi non è strettamente vegano. Ottimi i centrifugati di frutta, meno entusiasmanti le crostate: ma forse si tratta di un limite mio, a me i dolci piacciono con lo zucchero.

DOVE Mezzaluna Bio
Piana Emanuele Filiberto 8/D
VOTO 8 anche per il profumo.
Giuseppe Culicchia
 
01 dicembre 2004
Flair
Flair
Innocenti evasioni (con dessert)
Dolci di ispirazione giapponese e panna aromatizzata in dodici varianti. Ma anche budini alla liquirizia, insuperabili crostate di frutta, torte vintage e classici rivisitati in chiave contemporanea. Sette indirizzi golosi, da non dimenticare. Per un finale di dolcezza assicurata.

Torino. Delizie verdi.
Il dolce più originale? La rivisitazione del Kanten, un dessert giapponese al latte di mandorle che assomiglia al nostro Tiramisù. Ma Mezzaluna è famosa anche per le crostate di farina semi-integrale, dolcificate con malto di grano, farcite con confetture di frutta di stagione cotta e aromatizzata con uvetta e cacao. Oltre a pasticceria, il locale è anche una gastronomia take away e durante tutto l’anno si tengono stage di cucina naturale (piazza Emanuele Filiberto 8/d, tel. 011 4367622).
Marina Mauri
 
29 settembre 2003
Urban, quotidiano gratuito
Urban, quotidiano gratuito
Pranzo pit stop, sceglietelo bene
E i percorsi alternativi? Eccoli: il biobar Mezzaluna in piazza Filiberto o il tepaniaki (la piastra) giapponese del Lingotto.
Anche qui, se non esagerate, il traguardo della digestione è garantito. E l’abbiocco pomeridiano evitato. Vi sembra poco?
Per una pausa supernaturale ecco Mezzaluna, il primo bio-bar in città (ma anche gastronomia e negozio di alimenti macrobiotici). Dietro il bancone ricette in chiave vegetariana fra il tradizionale e il creativo tipo insalata russa (ma senza uova), panzerotti alle alghe, finta frittata con farina di ceci. Conto sotto i 10 euro.
MEZZALUNA
tel.: 011-4367622
Piazza Emanuele Filiberto, 8/d.
Chiuso domenica.
 
22 gennaio 2003
La Stampa
La Stampa
La scoperta
Il segreto di Daniela: insalata russa senza uova

«Quando ho cominciato quest’avventura il primo pensiero è stato che anche attraverso l’alimentazione si potesse cambiare il mondo». Un’affermazione di un certo peso, chiaramente da “militante” del cibo naturale. «Allora, nel 94, quando io e il mio fidanzato, Claudio, ora mio marito, decidemmo di aprire la “Mezzaluna”, ero una macrobiotica estrema» dice Daniela Zaccuri, 32 anni, divenuta proprietaria della gastronomia- ristorante di piazza Emanuele Filiberto 8/d (011/4367622) dopo aver abbandonato gli studi di chimica.
«Erano troppo in contrasto con la mia visione della vita, ma mi è rimasta la voglia di fare esperimenti con il cibo. Quando abbiamo cominciato non esisteva nessuno a Torino che cucinasse vegetariano-macrobiotico d’asporto, la zona era di quelle difficili, eppure abbiamo tenuto duro e oggi posso dire di avere una piccola, piccolissima azienda ben avviata». Perché chi è sempre alla ricerca di cibi naturali e predilige il seitan alla bistecca e il tofu alla mozzarella, dalla «Mezzaluna» è passato.
«Abbiamo clienti che mangiano le nostre zuppe di cereali, o i tortini di verdura, o anche le lasagne con il ragù di seitan solo a pranzo, perché vogliono digerire in fretta e lavorare bene nel pomeriggio. E poi ci sono invece i vegetariani doc, quelli che ci prenotano cene intere per la famiglia o gli amici». Ogni piatto può costare dai 5 ai 10 euro, «che significa acquistare quasi sette etti di cibo».
La cucina è subito lì, dietro al bancone, chi passa la mattina si rende facilmente conto di quanto tempo ci voglia per preparare un cous cous di verdura o la mitica insalata russa: «E’ il piatto più richiesto, se uno non lo sa è difficile che scopra che la maionese non è fatta con le uova ma con con la soia, più leggera e ugualmente gustosa». Quiz per i palati anche le «finte» frittate: sono preparate con farina di ceci. A Daniela piace mescolare i sapori, tenta formule nuove quasi ogni giorno: «Sì, mi diverto, ad esempio ho scoperto come montare la panna per i dolci, anche questa possibile grazie alla soia, oppure mi sono inventata i panzerotti con le alghe, i «samosa», ovvero triangolini di riso indiano con piselli e patate, e poi le croquette di miglio. il seitan all’arancia, e i dolci senza lo zucchero».
T. Pl.
 
01 maggio 2001
Rivista macrobiotica giapponese
Rivista macrobiotica giapponese
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